Uranio sulle Orobie - La storia dell’uranio di val Vedello e dintorni

di Camillo Mario Pessina

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Breve storia dell'Autore

 

L’autore

 

Camillo Mario PessinaCamillo Mario Pessina nasce nel luglio del 1945 in un piccolo paese posto ai piedi delle Prealpi Calcaree Bergamasche.

Si è laureato in scienze geologiche con una tesi di rilevamento effettuata nel Trentino occidentale. E' stato assunto dall’Agip, Risorse Energetiche Diverse - Attività Minerarie Uranifere nel 1974.

Ha iniziato la propria esperienza professionale con training in aree minerarie uranifere degli Stati Uniti. In Italia ha debuttato lavorando sui temi geologici dell’uranio nel permocarbonifero orobico, già studiati in passato da Somiren (Eni) e CNEN (Comitato Nazionale Energia Nucleare).

Sempre come dipendente Agip ha seguito lo studio geominerario delle mineralizzazioni uranifere in alta val Seriana e sullo spartiacque orobico-valtellinese. In particolare si è occupato delle mineralizzazioni uranifere presenti alla base del “Verrucano Lombardo” di Costa Magrera con rilevamenti geologici e radiometrici di grande dettaglio culminati con il tracciamento di brevi gallerie e l’esecuzione di sondaggi esplorativi. Sempre a Costa Magrera ha seguito diversi sondaggi stratigrafici che dal permiano superiore arrivavano al basamento metamorfico varisico.

Nel 1975 i nuovi programmi esplorativi dell’Agip prevedevano una campagna spettrometria elitrasportata gamma integrata da segnalazioni dovute a ricerche precedenti.

In seguito al ritrovamento di anomalie di radioattività sulle Orobie valtellinesi, in val Vedello, fu inviato a verificarne il reale significato. L’interesse minerario suscitato dall’area, lo vede, l’anno successivo, incaricato al rilevamento geologico e radiometrico della val Vedello e della val d’Ambria. Sempre in val  Vedello, nel 1977, è incaricato a seguire i lavori minerari in sottosuolo. Rivestirà da allora il ruolo di Responsabile di Progetto e in seguito di Responsabile del Gruppo Esplorazione Alpi Centrali per tutta la durata delle ricerche minerarie sino alla chiusura delle attività uranifere.

Del più grande giacimento di uranio italiano, quello di val Vedello, l’autore - come dipendente Eni, - ha progettato e seguito il tracciamento degli undici chilometri di galleria, disposti su vari livelli, e la quasi totalità dei 50.000 metri di perforazione esplorativa - valutativa. Nelle attività uranifere - per almeno quindici anni - ha eseguito rilevamenti geologici e numerose campionature di minerali uraniferi, sia in Valtellina che in val Seriana. Ha effettuato il completo rilevamento geologico e strutturale della "miniera" di val Vedello.

L’Eni, dal 1982, inizia il progressivo abbandono di tutte le attività nucleari e minerarie classiche compresa la geotermia. Nel 1987, con la rinuncia di buona parte degli italiani al nucleare civile, inizia, nel disinteresse generale, lo spreco di grandi investimenti pregressi, la mancata valorizzazione delle risorse trovate, la liquidazione di specialisti, di know-how e di competenze. Insieme a migliaia di altri dipendenti - molti dei quali successivamente si licenziarono -  l'autore sarà "riciclato" alla ricerca petrolifera dell’Eni con la necessaria dura riqualificazione.

Alle attività petrolifere è rimasto per altri quindici anni occupandosi prevalentemente di ricerca d'idrocarburi nel settore pedealpino e prealpino italiano.

Per motivi professionali ha lavorato a lungo nelle gallerie "uranifere" maneggiando campioni di minerali di uranio e respirando per anni il “mortale” gas Radon. Egli è misteriosamente ancora vivo e la sua pelle è di colorito normale.

L’autore è sostenitore di una Ecologia raziocinante che vede anche l’uomo come parte integrante del pianeta. Ritiene necessario separare l'Ecologia - argomento serio - dall'ambientalismo millenarista e demagogico.

Dove è possibile usa fonti energetiche rinnovabili. Non è però un illuso e ritiene che non si possano risolvere i problemi energetici italiani con le sole fonti energetiche rinnovabili e/o dipendendo dagli idrocarburi acquistati all'estero. Non ci possono essere sviluppo, lavoro e sovranità nazionale senza indipendenza energetica.

Si è ritirato dal lavoro.